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Il concetto di amore nei serial killer: i serial killer amano? | ||
Il tema dell'amore è qualcosa di cosi dibattuto, dai tavolini di un bar fino ai grandi seminari di psicologi e sessuologi, che davvero tutti possono parlarne, discutere, e perfino scrivere articoli come questo. Per rispondere alla mia domanda nel sottotitolo, dovrei partire inevitabilmente da cosa sia l'amore. In realtà nessuno lo sa.. Evidentemente nemmeno il nostro dizionario della lingua italiana sa definirlo bene, visto che lo definisce “un affetto intenso..”. Ma quando per capire meglio mi dirigo a leggere cosa significa “affetto” trovo la definizione di “sentimento intenso”.. e in questa intricata rete di rimandi ad altri significati alla parola sentimento, ritorno di nuovo alla definizione di “stato affettivo..” Il vocabolario a mio avviso omette di dire una cosa molto semplice.. soltanto chi ha la fortuna di viverlo sa cosa sia l'amore. A complicare le cose, sta il fatto che esistono diverse forme di amore: materno, paterno, fraterno, per Dio,per se stessi ma anche “amori perversi” ed è di questi che parlerò.. Iniziamo con la distinzione tra “amore parziale e totale”. 1.Ted Bundy. Ted uccise più di 30 donne in prevalenza studentesse con i capelli lisci e lunghi, perché a opinione di molti, queste ricordavano molto la sua Stephanie la quale bella e di buona famiglia abbandonò il povero Ted quando questi era ancora un giovane privo di un futuro dignitoso. Ted non solo si laureerà in legge ma consumerà la sua vendetta su Stephanie, e sulle povere mal capitate. In Ted Bundy secondo me, è rilevante il tema dell'abbandono: il primo “fantasticato”, da parte della madre che per anni si era finta sua sorella, il secondo “reale” da parte di Stephanie che per Bundy comportò una profonda depressione durata più di un anno. Sulle sue vittime Bundy scatenava tutta la sua rabbia, odio e la sua violenza martoriando i corpi a colpi di spranghe, rami e sassi. L'odio verso le donne nasceva da precedenti “rifiuti-abbandoni” che avevano minato le sue già mai rimarginate ferite. Neanche la ragazza madre Elisabeth, che tanto lo amò riuscì a ricevere da lui sentimenti di affetto sincero. 2. Jeffrey Dahmer,il cannibale,l'omosessuale. Jeffrey amava conservare pezzi delle sue vittime nel suo appartamento nonché mangiarne altre, perche a sua detta in questo modo aveva la sensazione che “li potesse tenere sempre con se”. In questi rituali ossessivi di conservazione, si nasconde una profonda solitudine di Dahmer, e una profonda angoscia abbandonica. Forse solo Dahmer fu capace davvero di amare qualcuna delle sue vittime, tuttavia non è possibile dire che tipo di amore fosse. 3. Ed Gein, il necrofilo, il macellaio. Ed Gein in seguito al lutto della madre religiosissima alla quale era profondamente legato, cominciò a uccidere e fare macabri rituali: riesumava cadaveri sui quali esercitava strani tentativi di resurrezione, svuotava i corpi delle sue vittime degli organi interni per indossarne il corpo stesso, e infine a detta di alcuni aveva rapporti sessuali con i cadaveri, anche se Ed negò sempre questa tesi. Nel caso di Ed probabilmente l'unico suo vero amore fu quello di un bambino per la madre, un amore apparentemente innocente e privo di contenuti adulti. Ma anche in questo caso non ho altri elementi per sbilanciarmi. Nel caso invece dei necrofili posso dire che si tratta di un puro soddisfacimento di una pulsione sessuale primitiva. Nel necrofilo, il piacere sessuale deriva da un cadavere, ovvero un corpo inerme e senza vita sul quale esercitare il più sconfinato e incontrastato dominio. Ma il necrofilo, secondo Eric Fromm, si collega sicuramente alla pulsione di morte e dunque all'aggressività e al sadismo su di un corpo incapace di reagire. Il necrofilo dunque rientra senza ombra di dubbio nel campo degli amori perversi-parziali. 4. Andrey Chikatilo. Il pedofilo. Le storia di questo serial killer russo, è ricca di episodi particolari e di spunti. Chikatilo fu un insegnante iscritto al partito comunista deriso dai ragazzini della sua scuola “oca” e “finocchio” per le pose scomposte e per le continue molestie agli alunni . Uccise più di 50 tra bambini e ragazze e su alcune delle sue vittime praticò anche cannibalismo. Da piccolo fu ossessionato dalle storie della madre su un suo presunto fratello sequestrato e mangiato dai contadini del villaggio per non morire di fame, la cui storia evidentemente lo traumatizzò non poco. Nell'adolescenza soffrì di una grave disfunzione sessuale che lo rese impotente a vita anche se riuscì ad avere 2 figli dalla moglie. Basti pensare alla prima vittima, una bambina di 9 anni che dopo non essere riuscito a violentare uccise crudelmente con forti coltellate.In Chikatilo, personaggio tanto ambiguo, quanto misterioso sembra avere un ruolo importante nei suoi atti il tema della vendetta e il trionfo su oggetti inferiori. In generale il pedofilo prova piacere sessuale e psicologico nel guardare foto di bambini nudi, toccando le loro parti intime, fino all'abuso vero e proprio. Nel caso del pedofilo c'è un'incapacità ad avere soddisfazione sessuale in relazioni simmetriche con adulti, ma predilige il rapporto asimmetrico con i bambini. "In questo caso il piacere sessuale e psicologico deriva dall'appagamento di un bisogno parziale di possesso, di trionfo e di potenza" (Francesco Villa). Conclusione: i serial killer sono incapaci di amare una persona – oggetto nella loro totalità. Ciò me lo fa pensare la loro personalità incompleta (borderline, narcisista, schizoide e dunque fragile, primitiva,non strutturata), i loro meccanismi di difesa, ma soprattutto le loro pulsioni parziali, che non hanno raggiunto il primato della genitalità, e che dunque sono costrette al soddisfacimento tramite oggetti parziali. Le vittime dei serial killer infatti sono oggetti parziali, sia essi bambini, studentesse, omosessuali, cadaveri: “servono a soddisfare un bisogno”. Queste vittime non sono persone, ma sono oggetti (a volte simboli). Per capire ciò, vi faccio riflettere sull'assenza del senso di colpa nei serial killer. Provate a pensare a quanto possiate amare la vostra lavatrice, il tostapane, il frigorifero… se li rompeste-uccideste, quanta colpa sentireste? Evidentemente poca. E cosa pensereste? Beh era solo un oggetto tra tanti..non è la fine del mondo.. ne ricomprerò un altro… tanto si sarebbe rotto prima o poi.. “Il modo in cui siamo stati amati determina il modo in cui amiamo”. Chi non ha conosciuto un amore sano, ma un amore violento, anaffettivo, crescerà con l'idea che quello sia l'amore, introietterà quei comportamenti e amerà con quelle modalità. Qui non è messa in dubbio la “quantità” di amore di un folle o di un serial killer, ma la “QUALITA'”. Ciò che ci distingue tutti è la qualità del nostro amore ovvero come amiamo, in base al notro essere, ai nostri bisogni, alle nostre carenze e alle nostre aspettative.. A questo punto una domanda sorge spontanea :Se esistono migliaia di forme di amore, allora quali sono quelle corrette e giuste e quali invece quelle patologiche? Beh la risposta non è semplice perchè la linea sfumata che separa la normalità dalla patologia noi psicologi siamo abituati a non vederla, a non riuscire ad identificarla. Per questo insisto sul concetto di amore PARZIALE e TOTALE perchè questo meglio di altri secondo me riassume le varie forme di amore in due semplici blocchi: quello maturo e non maturo, il primo cioè vissuto da persone che sono arrivate entrambe a una certa maturazione dell'io e che sono capaci di vedere e risolvere i problemi di coppia in modo più ampio,piu maturo. (a cura del dott. Donato Rispoli) |