Ho sempre saputo che un giorno avrei ucciso, sapevo che sarebbe finita così. Le fantasie erano troppo forti. duravano da troppo tempo ed erano troppo elaborate.
(Edmund Kemper) |
PERCHE' UCCIDONO?
E' la domanda cruciale. E' il motivo che rende i serial killer unici nel loro genere. Spesso bisogna rispondere prima di tutto a questa domanda prima di mettersi sulle tracce di un serial killer. Perchè uccide? Cosa scatta nella sua mente? Quale pulsione si impadronisce di lui, fino al punto da spingerlo a sopprimere un proprio simile? Probabilmente il fascino e l'orrore di questi criminali è soprattutto in questi interrogativi. Nel corso degli anni, con l'esperienza, con il lavoro di specialisti, psichiatri forensi, profilers, investigatori si è riusciti a delineare quelle che sono le principali cause, patologie e perversioni che scatenano questa follia omicida. Perchè uccidono?
DANNI CEREBRALI
I serial killer costituiscono una categoria di criminali così crudeli e letali, che è scontato chiedersi se, oltre ad evidenti disturbi psicologici, non soffrano anche di disturbi fisiologici. Viene da chiedersi, insomma, se il loro cervello sia effettivamente uguale a quello di tutte le altre persone. Quando questo interrogativo è stato posto dagli studiosi del fenomeno, è stato messo su un vero studio per accertare eventuali differenze. Così, diversi esami vennero effettuati sul cervello dei vari serial killer, ma i risultati furono negativi. Nessun difetto neurologico è stato riscontrato in questi criminali.
Tuttavia, di recente, è emerso un dato di fatto sconcertante: molti serial killer hanno subito lesioni alla testa di una certa gravità nell'età infantile. Da Arthur Shawcross a Leonard Nelson, da Bobby Joe Long a John Wayne Gacy, la lista si potrebbe allungare ancora di molto. Questi esempi hanno convinto alcuni ricercatori, che il danno cerebrale possa essere un fattore determinante nella formazione del futuro serial killer. Tuttavia questo fattore da solo non è sufficiente a fornire la spiegazione ultima dell'omicidio seriale.
ODIO PER LA MADRE
Quando ci troviamo di fronte ad una madre estremamente severa e cinica, i giovani e vulnerabili maschi che hanno la sventura di essere suoi figli, possono risentire di effetti devastanti sulla loro personalità ed emotività. Il risultato negli anni a venire sarà quello di un soggetto che nutre un odio virulento, non solo verso le madri ma verso tutto il genere femminile. Anche in questi casi, ovviamente, si sta parlando di situazioni estreme. Per sviluppare un odio così intenso bisogna aver subito abusi di grave entità. In diversi casi, bambini che poi sarebbero diventati efferati assassini, erano stati sodomizzati con il manico di scopa dalle madri, costretti ad assistere agli incontri con i loro amanti, o puniti con l'uccisione del loro gatto o cane.. In questi casi è indubbio che l'astio, il rancore che si nutre è eccessivo per poterlo sopportare. Secondo gli psichiatri di oggi, l'avversione che questi assassini provano per la madre, viene proiettata verso tutte le donne, sfociando in "misoginia maligna". Le donne, che vengono viste come creature ripugnanti, secondo queste menti distorte, meritano tutti gli orrori e le sofferenze del mondo.
MALTRATTAMENTI INFANTILI
Nonostante questo paragrafo possa essere arricchito da diversi termini tecnici e scientifici, basta poco per poter comprendere quanto, una infanzia fatta di amore e affetto ricevuti da una famiglia con sani principi morali, possa portare ad un corretto sviluppo emozionale e sessuale del bambino. Parimenti, se una persona viene pesantemente maltrattata fin dai suoi primi anni di vita, in modo violento, umiliante e sistematico, sia dal punto di vista psicologico che fisico, crescerà con una visione distorta e negativa della vita. Il mondo sarà un luogo pieno di odio, in cui tutte le relazioni umane si baseranno sull'abuso di potere e sulle umiliazioni.
Nel campo dei serial killer, questa dei maltrattamenti è una caratteristica quasi universalmente presente nella loro infanzia. Se è vero che non tutti i bambini che subiscono maltrattamenti, automaticamente si trasformeranno i brutali assassini, è anche vero che tutti i serial killer hanno avuto questa traumatizzante esperienza a causa dei propri genitori. Ultimamente, oltre al buon senso, anche la ricerca scientifica ha confermato queste ipotesi. Una crescita segnata da esperienze traumatiche, può effettivamente alterare l'anatomia del cervello di una persona, impedendo a determinate e cruciali zone del cervello stesso, di svilupparsi correttamente, lasciando i soggetti incapaci, per il resto della loro vita, di provare sentimenti di empatia verso i propri simili.
PERVERSIONI
Le perversioni possono essere definite come comportamenti psicosessuali che si esprimono in forme atipiche rispetto alla norma. L'estensione di questo concetto è dunque strettamente dipendente dal tipo di norma che si assume come criterio di riferimento. Sigmund Freud definisce perversa ogni condotta che si discosta dalla norma, sia in ordine all'oggetto sessuale come nel caso dell'omosessualità, della pedofilia, della zooerastia, sia in ordine alla zona corporea (quando il piacere sessuale è raggiunto con parti del corpo di per sé non deputate all'esercizio della sessualità), sia in ordine alla meta sessuale che può essere raggiunta solo in presenza di condizioni di per sé estrinseche, come nel caso del feticismo, del travestitismo, dell'esibizionismo, del sadomasochismo e simili. Le principali perversioni sono:
NECROFILIA e NECROFAGIA
Il termine necrofilia fu coniato dal belga Guislain, verso la metà del diciannovesimo secolo, per definire una categoria di "alienati distruttivi", e in seguito fu applicata a ogni "tendenza manifesta a compiere atti sessuali con un cadavere". In pratica i necrofili sono individui che, pur pretendendo l'intero oggetto, avanzano su di esso richieste ben determinate, strane o mostruose, persino quella che debba essere un cadavere indifeso, e che tale rendono con criminale violenza per poterne godere. Il necrofilo non si accontenta di avere una vittima totalmente inerme, ma esige che sia morta. I rituali sui cadaveri sono diversi, e vanno dal rapporto sessuale con esso, alle pratiche di smembramento, fino ad arrivare al cannibalismo o necrofagia.
Il termine necrofagia (o cannibalismo) si riferisce invece alla pratica, reale o rituale, di mangiare la carne dei propri simili; nel mondo animale è noto nella mantide religiosa e in alcune specie di ragni. In questi casi, la pulsione verso l'oggetto del desiderio è così forte, che separarsene dopo i rituali diventa difficile. Così mangiare parte del cadavere, diventa un modo per poterlo possedere per sempre, e per poter assimilare le sue qualità, le stesse che si è "amate".
COPROFILIA e COPROFAGIA
La coprofilia è un particolare interesse per gli escrementi che diventano oggetto di piacere e, in alcuni casi, di eccitazione sessuale che induce ad amare o anche mangiare le materie fecali o bere l'urina.
La coprofagia è l'ingestione di feci che si può osservare nei bambini ritardati e psicotici, oppure in alcuni pazienti schizofrenici come manifestazione di una grave regressione.
Secondo Freud, le tendenze coprofile sono del tutto normali nel bambino, che non prova nessun disgusto per gli escrementi, ma ne è addirittura orgoglioso. Freud sostiene che "nel bambino l'interesse per gli escrementi non è separato dagli interessi sessuali; la scissione fra i due interessi compare solo più tardi, e resta comunque incompleta". Quando questa scissione non avviene, la maturazione sessuale resta ad un livello infantile e sfocia nella perversione che può spingere un soggetto alla ricerca di questo piacere estremo, fino a procurarsela con la violenza, qualora non trovi un partner consenziente.
PEDOFILIA
Per alcuni tipi di psicopatici, i bambini non sono altro che una preda facile da catturare o colpire, esattamente come potrebbero esserlo altri sventurati che hanno la sfortuna di trovarsi sulla loro strada nel momento sbagliato. Ci sono tuttavia alcuni "predatori", i cui gusti e le fantasie riguardano esclusivamente i bambini, principalmente maschi. Si pensa che quasi sicuramente, il motivo di questa perversione sia attribuibile a precedenti maltrattamenti subiti dagli stessi serial killer, in età precoce. Siccome nell'età matura poi si tende a vendicare gli abusi subiti o a ricrearli nella speranza di esorcizzarli una volta per tutte, ecco che l'abusato si trasforma in molestatore.
GERONTOFILIA
Per quanto disgustosa possa essere la pedofilia, le cronache ne sono così piene che quasi ne siamo abituati. Molto meno comune invece è la gerontofilia, una perversione che riguarda un amore distorto verso persone di generazioni diverse. Con questo termine si indica una morbosa fissazione sessuale nei confronti di persone anziane. Nella fattispecie è da considerarsi il polo opposto della pedofilia. I serial killer gerontofili si indirizzano solo verso persone anziane in quanto solo con questa tipologia di vittima riescono a raggiungere la gratificazione sessuale.
FETICISMO
Nel senso strettamente psicoanalitico, il feticismo è una passione smisurata che un soggetto, spesso di genere maschile, ha verso alcuni oggetti che riguardano il sesso opposto e, attraverso i quali, riesce a raggiungere l'eccitazione e l'orgasmo. In questo tipo di perversione, spesso innocua, il soggetto raggiunge il piacere tenendo in mano, accarezzando, annusando l'oggetto del desiderio, mentre il partner stesso passa in secondo piano. Non c'è nulla di particolarmente pericoloso nel feticismo se fine a se stesso e con il consenso del partner. Il feticismo degli psicopatici, però, raggiunge forme estreme. Per questo motivo, il serial killer deve possedere la vittima, e poter avere a tutti i costi l'oggetto del desiderio, che nella gran parte dei casi tratterrà con sè per rivivere l'atto in momento futuri, spesso con atti di masturbazione. La natura pericolosa di questa perversione sta nel fatto che il serial killer non chiede il consenso, prende con la forza quello che vuole avere e, purtroppo, molto spesso l'oggetto del piacere del suo feticismo è una parte del corpo della vittima.
VAMPIRISMO
Anche se dal nome siamo portati a pensare al mito, al cinema horror, nel mondo della psicologia, il termine "vampirismo" si riferisce ad un fenomeno fin troppo reale. Si tratta di quella perversione in cui una persona trae un intenso piacere sessuale nel bere il sangue umano. Per quanto possa sembrare assurdo, il vampirismo è un fenomeno abbastanza diffuso, anche nella rete internet, dove fioccano siti e forum per gli "appassionati" con tanto di regole igieniche da osservare, e regole del galateo nel praticare questa "passione". Ovviamente nel caso dei serial killer, queste regole non esistono, non esiste il galateo. Questi psicopatici sono degli efferati criminali che non esitano a compiere atti mostruosi per soddisfare le loro malate pulsioni.
SADISMO
All'interno del "Manuale diagnostico e statistico dei disordini mentali" si fa una distinzione di questa particolare perversione, che viene così classificata in due forme. La prima è chiamata "disordine da personalità sadica", una condizione in cui qualcuno trae piacere o divertimento dalle sofferenze fisiche e psicologiche altrui. Sicuramente tutti i serial killer denotano questa particolare inclinazione, in cui l'aspetto fondamentale ed il più spaventoso, è che provano piacere nel fare quello che fanno. Procurare sofferenze ad altre persone è il loro modo di divertirsi. La seconda forma, invece, è chiamata "sadismo sessuale". Questa forma rappresenta una delle perversioni principali, una distorsione dell'istinto erotico in cui la sofferenza di una vittima, non è semplicemente piacevole ma intensamente eccitante. L'assassino sadico non si limita però ad uccidere. L'apice del suo piacere, e non riesce a farne a meno, è rappresentato dall'infierire sui corpi, espiantandone gli organi, asportando i genitali ecc..
OSSESSIONE RELIGIOSA
Per quanto, molto spesso la religione sia fonte di buoni sentimenti, succede talvolta che, quando sfocia nel fanatismo, può portare a pericolose distorsioni dei testi sacri, che fanno sentire in dovere chi ne è fortemente influenzato ad agire secondo il proprio modo di vedere il mondo. Diversi sono i serial killer che nell'infanzia hanno avuto una rigida educazione religiosa (praticamente sempre cattolica secondo le statistiche), che li hanno poi portati a rivolgersi verso una determinata categoria di vittime, che secondo loro incarnava il malvagio, il dente marcio della società. E' il caso dei cosiddetti "missionari" (vedi anche la sezione "tipologie di serial killer" di questo sito), un particolare tipo di serial killer che rivolge la sua follia omicida verso categorie, ad esempio le prostitute, che ritiene meglio eliminare per il bene del mondo. Questa motivazione è anche pressochè sempre presente negli omicidi seriali riconducibili alle sette assassine. |