30 ottobre 2006
SHREVEPORT (LOUISIANA - U.S.A.) - ROLLING CONFESSA ALTRI 3 OMICIDI PRIMA DELL'ESECUZIONE
Poco prima che la sua condanna a morte venisse eseguita in Florida pochi giorni fa, il serial killer Danny Rolling ha confessato, in un piccolo memoriale scritto di suo pugno, di aver ucciso altre tre persone. Il triplice omicidio sarebbe avvenuto 17 anni fa nella sua città di nascita in Luoisiana, Shreveport. "io, ed io soltanto, sono colpevole" si legge nella nota. E poi continua "E' stata la mia mano a prendersi quelle tre deliziose vite, con tutto il mio cuore e la mia anima le riporterei indietro". Rolling, figlio di un agente di polizia di Shreveport è stato condannato a morte perchè reo confesso di una scia di terribili strangolamenti avvenuti nel 1990 a Gainesville, Florida, che ha provocato 5 vittime tra le studentesse del college. Qualche giorno fa, prima di morire, ha confessato alla moglie di essere anche il colpevole della morte del 55enne William Grissom, della figlia 24enne, Julie e del nipotino di soli otto anni, Sean, avvenuta la sera del 4 novembre del 1989. |
26 ottobre 2006
FLORIDA (U.S.A) - AVVENUTA IERI L'ESECUZIONE DEL SERIAL KILLER DANNY HAROLD ROLLING
Condanna a morte eseguita , nella notte, negli Stati Uniti. In Florida, è stato ucciso un noto serial killer; Danny Harold Rolling, 52 anni, è un pluri-assassino tristemente celebre, negli Usa. La sua vita è finita ieri sera, con un'iniezione letale in un carcere della Florida. Dopo che la Corte Suprema degli Usa aveva respinto il suo ricorso. L'uomo aveva ammesso la strage di cinque studentesse nel 1990, in un campus universitario. E negli ultimi tempi aveva cercato di far sospendere la condanna sostenendo che il cocktail utilizzato nello Stato non garantisce una morte senza dolore, come richiesto dalla Costituzione. Rolling aveva passato in tutto dodici anni nel braccio della morte. Le cinque sue vittime erano state uccise con un coltello dopo essere state violentate e mutilate, seminando il panico nel campus universitario per diversi mesi. Una era stata ritrovata decapitata seduta su una sedia, mentre la testa si trovava in uno scaffale. |
22 ottobre 2006
PADOVA (ITALIA) - DONATO BILANCIA SOSTIENE DI AVER UCCISO CON UN COMPLICE
Donato Bilancia, il serial killer che ha terrorizzato l'Italia tra il 16 ottobre 1997 e il 6 maggio 1998 e rinchiuso nel carcere Due Palazzi a Padova, ha scritto una lettera al quotidiano il Mattino in cui ammette che nell'omicidio Parenti-Scotto, non era solo ma con un complice che ha sparato. Come riferisce "Il Mattino di Padova" in una lettera dell'1 agosto scorso Bilancia, seccato dalla notizia che potrebbe beneficiare di un permesso premio anticipato in seguito all'indulto, scrive che "E' una propaganda ingiustificata quella che molti giornalisti continuano a fare... Consiglierei di informarsi meglio presso il giudice di sorveglianza che da tempo, come il Guardasigilli, è in possesso di una documentazione, suffragata da prove inoppugnabili, che decreta in modo incontrovertibile che nel corso del duplice omicidio Parenti-Scotto non ero da solo. Ma soprattutto che non sono stato io a sparare".
"Da qui dovreste evincere che - afferma ancora il serial killer negando di aver chiesto sconti di pena in base all'indulto - tutta questa sconsiderata propaganda volta a creare un inutile allarme, non ha davvero fondamento tanto più che non ho mai neanche pensato di chiedere un permesso premio dal momento che la mia vicenda giudiziaria non è affatto conclusa".
Il 24 agosto in un'altra lettera pubblicata dal quotidiano, Bilancia precisa di essere "stato convocato dal magistrato il quale mi ha riferito che, dopo aver consultato con più accuratezza il mio dossier, è pronto a rilasciare un'intervista nel corso della quale dirà di non aver mai ricevuto una mia istanza diretta ad ottenere un permesso premio come è stato falsamente divulgato".
Bilancia vorrebbe che il giudice parlasse del "suo" dossier: "Poi riferirà di questo voluminoso dossier - dichiara - con il quale rivendico la presenza di un complice nel corso del duplice omicidio Parenti-Scotto. Inutile dire che il tutto è suffragato da prove inconfutabili...". |
18 ottobre 2006
IDAHO (U.S.A.) - IL SERIAL KILLER PEDOFILO DUNCAN TIENE IN SCACCO L'FBI
Uno spietato killer pedofilo, destinato al braccio della morte, dal carcere in Idaho sta ricattando gli inquirenti dopo aver annunciato che in un suo computer è custodito un diario segreto con le prove di altri orrori. Gli esperti dell'Fbi finora non sono riusciti a entrare nel pc. Joseph Edward Duncan III, 43 anni, reo confesso di 3 omicidi e atti di pedofilia, è stato condannato dal tribunale a tre ergastoli. "Non potete condannarmi a morte, perché soltanto io ho la chiave d'accesso del mio computer", si è vantato l'ergastolano con gli esperti informatici. L'unica persona finora che è riuscita a leggere le pagine nascosto nel computer è il suo legale. L'avvocato ha confermato alla stampa americana di aver visto il "diario segreto" scritto da Duncan proprio nel maggio 2005 quando vennero uccise tre persone e sequestrati due bambini, tutti membri della stessa famiglia. L'uomo, reo confesso, ammazzò Brenda Groene (40 anni), il suo compagno Mark McKenzie (37) e il figlio della coppia Slade Groene (13), rapendo quindi i due fratellini Shasta Groene (8 anni) e Dylan (9). Alcune settimane il corpo di Dylan fu trovato dalla polizia in un campo nel Montana, mentre la ragazzina fu liberata dall'aguzzino. Duncan è stato indagato anche per il rapimento e la morte di un ragazzino di 10 anni, avvenuta in California nel 1997, e di due sorelle di Seattle di 11 e 9 anni, trovate cadavere nel 1996. Venne però prosciolto per mancanza di prove. |
16 ottobre 2006
POMONA (CALIFORNIA - U.S.A.) - IVAN J. HILL INCASTRATO DAL DNA, CONFESSA 6 OMICIDI
Sembra essere arrivato alla fine l'incubo dello "strangolatore della statale 60", la statale che corre lungo la città di Pomona, che ha terrorizzato la San Gabriel Valley nei primi anni '90 con gli omicidi di sei donne. Ivan J. Hill è stato inchiodato un decennio dopo quegli orrendi fatti di cronaca dalle prove sul DNA. Hill era un magazziniere che durante il giorno lavorava in diversi stabilimenti industriali della zona e di sera vagabondava nelle stesse styrade alla ricerca di prostitute. Gli avvocati difensori hanno reso noto che l'imputato non negherà nel processo di aver provocato la morte e di aver abbandonato lungo la statale 60 i corpi di Betty Sue Harris, Roxanne Brooks Bates, Helen Hill, Donna Goldsmith, Cheryl Sayers and Debra Denise Brown. A questo punto si pensa che la difesa si avvarrà di diversi testimoni che avalleranno la tesi del passato problematico di Hill, e di diverse perizie psichiatriche per sostenere la tesi di infermità di mente per cercare di evitargli la condanna a morte. Tutte le sue vittime erano prostitute di etnia afro-americana, di età intorno ai 30 anni e tutte sono state strangolate ed abbandonate in aree industriali della zona. Tutte sono state ritrovate con la bocca coperta da un nastro adesivo o con caviglie e polsi legati. Lo stesso Hill avrebbe dichiarato "sapevo che sarebbe arrivato il giorno in cui li avrei visti venire da me con le prove del DNA". |
12 ottobre 2006
FRANCIA - DONNA AMMETTE TERZO INFANTICIDIO, FRANCIA SOTTO CHOC
Veronique Courtjault, la donna arrestata per gli omicidi di due suoi bambini trovati in un congelatore di una casa in Corea del Sud dove abitava con il marito, ha confessato un altro infanticidio. Il terzo omicidio sarebbe avvenuto nel 1999 in Francia. In precedenza la donna aveva ammesso l'uccisione di due neonati avuti quando viveva in Corea del Sud. I due infanticidi sarebbero avvenuti nel 2002 e nel 2003. I motivi per cui Veronique Courtjault, 38 anni, avrebbe ucciso il neonato, nel luglio di sette anni fa, sono ancora da chiarire. Un mistero che vale anche per gli altri due infanticidi avvenuti in Corea del Sud. La polizia scoprì che dopo aver messo nel freezer i suoi due bimbi, la donna si sottopose poi, in un ospedale di Seul, a una asportazione dell'utero.
A luglio il marito della donna, tornato dalla vacanze, dopo essere rientrato nella sua casa a Seul trovò nel freezer i cadaveri di due bimbi. All'epoca non si pensava che fossero i figli della Courtjault. |
3 ottobre 2006
PERUGIA (ITALIA) - IL MOSTRO DI FOLIGNO POTREBBE USCIRE DAL CARCERE GRAZIE ALL'INDULTO?
Anche il "mostro di Foligno" ha beneficiato dell'indulto. I giudici della Corte d'assise d'appello di Perugia hanno accolto questa mattina la richiesta di indulto avanzata dal geometra folignate Luigi Chiatti. Condannato a 30 anni per il duplice omicidio dei piccoli Simone Allegretti, 4 anni, e Lorenzo Paolucci, 13 anni, usufruirà di uno sconto sulla pena di 3 anni. Chiatti, recluso nel carcere di Prato, sarebbe dovuto uscire nel 2023 e non sarà comunque per il momento scarcerato.
Chiatti, oggi 38enne, è in prigione dall'agosto del 1993. Arrestato subito dopo il secondo delitto, fu condannato in primo grado all'ergastolo, ma la pena in appello fu ridotta a 30 anni di reclusione dopo il riconoscimento della seminfermità mentale e poi confermata in Cassazione.
In base alla sentenza d'appello, prima del rilascio dovrà essere valutata la pericolosità sociale di Chiatti, che potrebbe essere eventualmente ricoverato in una casa di cura per almeno due anni come misura di sicurezza. Oggi i parenti delle vittime sono increduli. "Non riesco a crederci ma la realtà è questa: questo indulto è uno schiaffo a tutti quei bambini che muoiono e soffrono per colpa degli adulti", commenta Luciano Paolucci.
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